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Sabato 14 ottobre
Auditorium della Fiera, ore 21.00
(ingresso gratuito)
presenta:
POR LA VIDA
dedicato alle madri di Plaza de Mayo
di e con
Elena Dragonetti e Raffaella Tagliabue
musiche dal vivo Max De Aloe.
“...sappiamo
che questa è la strada corretta e, malgrado nessuna di noi arriverà
a vederne il risultato, continueremo a seminare ideali per far sì
che altri raccolgano sogni e speranze di un mondo più giusto e
solidale”
Las
Madres de Plaza de Mayo
Argentina,
novembre 1975.
Di fronte a lotte popolari impetuose, a un fronte di guerriglia
urbana, a nuovi esempi di autogestione operaia e di quartiere, il
generale Videla dichiara: <…E’ chiaro che in Argentina dovranno
morire tutte le persone che saranno necessarie al fine di garantire
la sicurezza del Paese>.
Pochi giorni dopo da’ al governo un ultimatum di novanta giorni. Lo
rispetterà alla regola: all’alba del 24 marzo 1976 una giunta
militare prende il potere e annuncia l’inizio del processo di
riorganizzazione nazionale.
Da questo momento fino al 1983 trentacinquemila persone sono fatte
sparire in un nulla popolato di sequestri e torture. Desaparecidos.
Migliaia di persone alla fine di sofferenze inconcepibili ma
concepite, pianificate e inflitte da una feccia umana proclamatasi
Stato, sono ammassate in stive di aerei da carico e gettate di
notte, ancora vive, a grappoli, nelle acque del Rio della Plata o
caricate su camion e fucilate sull’orlo di improvvisate fosse
comuni.
Un vero e proprio sterminio di massa, con il silenzio-assenso delle
democrazie occidentali e con gravi responsabilità da parte del
Vaticano.
Questo non è un semplice resoconto storico ma il racconto di una
violenza di Stato.
Di un abuso di potere per soffocare voci scomode. Di un tentativo di
instaurare un preciso sistema politico-economico. Di un presente che
ritorna con nuove maschere ma con mezzi molto, molto simili. Della
tortura, come il metodo preferito da chi si convince di poter essere
al di sopra delle parti, al di sopra degli uomini, al di sopra di
Dio. Un modo per parlare di Abu Ghraib, di Guantanamo, delle
Americhe, delle Lotte ai Terrorismi. Per riflettere sul termine
“Terrorismo”, sul suo significato, controverso, contraddittorio. Su
cosa debba rientrare sotto una definizione che si riferisce “all’uso
del terrore, in qualsiasi forma si presenti, al fine di ottenere un
risultato politico, qualunque esso sia”.
Lo spettacolo è in forma di racconto, il racconto di un viaggio,
realmente avvenuto, nell’Argentina di oggi.
Una corrispondenza a distanza permette di raccontare a due voci la
doppia faccia di questo paese. L’Argentina ancora fortemente segnata
dal suo recente passato. E l’Argentina che, come risvegliatasi da un
lungo torpore, torna a farsi sentire. A lottare. A “reaparecer”.
E’ alle Madri di Plaza de Mayo che è dedicato il racconto di questa
storia, alle donne resistenti che hanno sfidato l’orrore, alla loro
lotta, al loro coraggio, alla loro tenacia, al pensiero che prima o
poi toccherà ad altri raccogliere il testimone dalle loro mani, per
mantenere vivo il dolore e la rabbia di questa memoria, e per poter
ancora sperare in un “mondo più giusto e solidale”.
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